Factoring: Ecco la Chiave per le Imprese in Crisi Finanziaria

Il Factoring come Strumento Chiave per Sostenere le Imprese in Crisi Finanziaria

Il Factoring come Strumento Chiave
per Sostenere le Imprese in Crisi Finanziaria

⚠️ Allarme imprese!⚠️  

Nel corso di quest’anno si prevede un’elevata probabilità di insuccesso nel soddisfare gli obblighi finanziari da parte di un’impresa su due.

Il periodo tra il 2021 e il 2022 ha segnato un’ombra crescente sul panorama produttivo, con le imprese a elevato rischio di credito o in vulnerabilità finanziaria passate dal 41,9% pre-Covid al 48,7% nel 2022.

Di fronte alla minaccia di fallimento, le imprese si trovano a una svolta: affrontare i tradizionali canali bancari, sempre più restrittivi nella concessione di finanziamenti, o esplorare alternative.

Una di queste è il Factoring, che facilita l’accesso a nuova liquidità in quanto consente il trasferimento del rischio di credito dall’impresa in crisi ai relativi clienti in bonis.

Nonostante ciò, il Factoring rimane un’opzione poco sfruttata, con un volume d’affari totale di circa 3 miliardi di euro nel 2022, ma con un potenziale da 40 miliardi di euro per il 2024 in Italia.

Le stime e le percentuali provengono dal report “Il Factoring come strumento per il rilancio delle imprese in crisi“, elaborato dalla società di consulenza Deloitte e da Assifact, l’Associazione italiana per il Factoring.

Secondo Alessandro Carretta, professore presso l’Università di Roma Tor Vergata e segretario generale dell’Associazione, il Factoring ha dimostrato di essere un alleato affidabile per le imprese, fungendo da sostegno alla liquidità e agendo come partner strategico, supportando la gestione dei crediti e ottimizzando la struttura finanziaria delle imprese.

Il contesto economico
Il contesto economico presenta tre fattori che minacciano la solidità delle imprese italiane:

  1. Aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia.
  2. La riduzione delle misure di sostegno post-Covid 19.
  3. L’incremento del costo del debito con maggiori difficoltà di accesso al credito.

Con la fine delle misure straordinarie di sostegno e delle moratorie, le imprese si trovano a rifinanziarsi in un contesto con tassi di interesse in aumento e condizioni di credito più stringenti.

Nel secondo semestre del 2023, il tasso di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie nell’area Ue è salito al 4,6%, oltre tre volte il valore di fine 2022.

Il Cerved Group Score ha registrato un aumento nel 2022 del numero di aziende “a rischio” e “vulnerabili”, indicando una possibile crisi di liquidità a livello nazionale.

Le imprese a rischio sono passate dal 14,4% al 16,1%, mentre le imprese vulnerabili sono aumentate dal 30,1% al 32,6%. L’aumento del flusso di crediti deteriorati nel 2022, il primo dal 2012, è una conseguenza diretta di questa situazione.

Per affrontare la crisi, il Factoring emerge come una risposta chiave. Le imprese in difficoltà possono beneficiare dell’anticipo delle fatture, riducendo il rischio di credito e migliorando le condizioni finanziarie rispetto ad altre fonti di credito.

Il report evidenzia che, nel 2022, il mercato del factoring per le imprese in crisi è stato dominato da clienti di medie e grandi dimensioni, generando il 95% del volume d’affari.

Il mercato è caratterizzato da pochi operatori, sia specializzati in operazioni verso imprese in crisi sia generalisti, suggerendo che nuove collaborazioni tra questi possono favorire ulteriore sviluppo.

In sintesi

In un contesto in cui il risanamento tempestivo è essenziale, il Factoring si conferma un valido strumento per sostenere le imprese in difficoltà finanziaria, fungendo da alleato strategico nel percorso di risanamento e gestione del ciclo attivo.

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